martedì 22 novembre 2011

Coltivare la conoscenza...

Penso che a tutti noi sia capitato abbastanza frequentemente di essere criticati da genitori ed educatori (o anche semplicemente sconosciuti di qualche generazione precedente alla nostra) per l'eccessivo tempo che "noi giovani" trascorriamo davanti agli schermi dei nostri computer, i quali hanno a parere loro sulla nostra debole psiche un effetto deleterio. Ci sentiamo spesso dire frasi del tipo: "perché non ti metti a studiare, invece di gingillarti al computer?" o "potresti uscire, piuttosto che passare le giornate a chattare con le tue amiche!". Nella loro mente non sembra fare breccia il fatto che adoperando internet possiamo essere in grado di apprendere più di quanto ci sia scritto in un libro di testo, e che possiamo socializzare  con persone che a volte neanche ci sogneremmo di incontrare. L'idea comune della maggior parte dei nostri "senior" (coloro che non si sono trovati con un computer tra le mani durante i loro anni di gioventù) è che questo tipo tecnologia è troppo nuovo per loro da usare, e sono prevenuti verso la possibilità di essere capaci di servirsene (ritenendola troppo complicata, troppo moderna, o semplicemente per pigrizia o paura di affrontare la novità). Anche quando essi sono in grado di adoperare adeguatamente un computer, internet rappresenta per loro un grande ostacolo: solitamente si limitano a possedere le nozioni di base, come saper adoperare un motore di ricerca e gestire un indirizzo e-mail (già più complesso), evitando a priori ogni altro tipo di contatto con la rete. I nostri genitori hanno paura di vederci incappare in qualche brutto incontro nei social networks, in qualche elemento che abbia su di noi un'influenza negativa viaggiando nella rete, proprio perché ne posseggono una conoscenza parziale unita a numerosi pregiudizi. E questi pregiudizi aumentano con il livello d'istruzione, forse perché portano a emettere giudizi più severi sul contenuto del web: i blog vengono visti come il passatempo di gente che si diverte a raccontare la propria vita a un mucchio di sconosciuti o a esprimere opinioni su argomenti complessi di cui non conosce bene tutte le implicazioni, i social networks sono luoghi in cui regnano stupidità, ignoranza, volgarità e la totale assenza di privacy, i wiki pagine in cui chiunque, anche senza possederne le conoscenze, può scrivere con la pretesa di avere qualcosa da insegnare agli altri, etc. Insomma, un conglomerato di futilità deleterie!
In realtà, più si esplora la rete, più ci si accorge delle formidabili possibilità di apprendimento che essa ci offre. Penso che attualmente, per noi ragazzi (o almeno per la maggior parte) il web costituisca il nostro PLE (un po' come la biblioteca di Monaldo lo era per Leopardi) e che questo coincida con il nostro PE: internet ci offre una quantità inverosimile di informazioni, programmi, siti che noi andiamo a visitare nel nostro tempo libero, e che vanno a costituire per noi nuove possibilità di conoscere, di apprendere, di socializzare in modo molto più efficace (e costruttivo, perché no?!) di quanto non faremmo trascorrendo le nostre giornate nei libri, senza contare che il lato ludico del surfare in internet certamente favorisce la concentrazione. La disponibilità di informazioni subito a portata di mano su argomenti che hanno suscitato la nostra curiosità e il nostro interesse non può certo avere un effetto negativo sull'espansione delle conoscenze (a condizione di riuscire a fare la differenza tra le baggianate e i dati affidabili) e quindi della cultura.
Insomma, la prossima volta che qualcuno a qualcosa da ridire sul tempo che trascorrete su internet, tappategli la bocca con questa argomentazioni (oppure, se ne ha la pazienza fategli leggere il pamphlet del professor Formiconi, e siete sicuri che non avrà mai più nulla da ridire! XD).

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